ECCO I VINCITORI DELLA XVI EDIZIONE DEL RIFF AWARDS 2017

Ecco i vincitori della XVI edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival che si è svolta alla Casa del Cinema di Roma dal 28 novembre al 3 dicembre 2017 con oltre 100 film in anteprima Italiana. La Kermesse capitolina proseguirà poi con un Focus sull’India dall’8 al 10 dicembre alla Casa del Cinema in collaborazione con l’India Film Festival.
Per la sezione Lungometraggi vince il film argentino A Winter to Remember di Cecilia Valenzuela Gioia perchè la regista ha diretto un bellissimo film che ha un potente immaginario, una forte recitazione, dialoghi e personaggi che ci portano nel mondo di una giovane donna (interpretata dalla stessa autrice) che lotta per comprendere se stessa. Il film ci conduce all’interno di una vita e la grande rivelazione è stata il modo attraverso cui il personaggio trova la sua dimensione nel mondo. Questo è ciò che ci ha colpito in modo profondo.
Il film è stato presentato al RIFF nell’ambito del focus LGBTQ ovvero dei film legati all’identità di genere.
Per la sezione lungometraggi i giurati hanno, inoltre, assegnato una Menzione Speciale, per una narrativa avvincente che tocca la nostra comune umanità a I Am Truly a Drop of Sun on Earth di Elene Naveriani (Svezia/Georgia) perchè è una storia cruda, implacabilmente triste ma avvincente, sulla vita ai margini e la capacità degli esseri umani di trovare amore e significato anche nell’oscurità. Una storia triste e preziosa. Si tratta di un film sorprendente di emozioni crude, amore interrazziale e lotta per la sopravvivenza, in quello che è in definitiva un avvincente ritratto di una triste ma affascinante dimensione della vita nella moderna Georgia, dove individui emarginati cercano il calore e la solidarietà umana di fronte a umiliazione e stigmatizzazione. Un film indipendente, intimo ma potente, degno della nostra attenzione.
Per la sezione documentari italiani vince Beo di di Stefano Viali e Francesca Pirani per aver portato sullo schermo un pezzo di Storia con un racconto lineare e di grande intensità, mostrando il lato straordinario della semplicità attraverso il fascino di un protagonista dalla vitalità contagiosa. A far da cornice, musiche e fotografia in grado di emozionare.
Una menzione speciale è andata al documentario Fuoricampo del collettivo Melkanaa perchè è un’opera che fa dell’“integrazione” il suo punto di forza sia nella regia che nel messaggio, raccontando il fenomeno attualissimo dell’immigrazione attraverso la metafora del calcio con un linguaggio cinematografico deciso e scorrevole.
Sul fronte dei documentari internazionali vince Owino di Javier Marino e Yussuf Razzaque (Spagna) per la capacità di raccontare con lucidità e sensibilità, senza sentimentalismi, il dramma sociale e umano di un’intera comunità, restituendoci attraverso colori splendidi, l’immagine non stereotipata di un’Africa consapevole, piena di vita e desiderosa di riscatto.
Per la sezione corti italiani vince come miglior cortometraggio Insetti di Gianluca Manzetti. Premio Panalight: affitto di materiali tecnici per un valore di 3.000 euro.
La sceneggiatura forte e la trama sono stati meravigliosamente supportati dal montaggio ritmato e dalla fotografia. La caratterizzazione è stata dettagliata e ha dato agli attori la possibilità di una performance a più sfumature. Gli elementi comici sono accompagnati dall’implicazione di un messaggio più serio, secondo cui l’innocenza non è una garanzia di sicurezza nel periodo in cui viviamo.
Il cortometraggio che vede nel cast Alessandro Haber, Mauro Racanati e Carlo de Ruggero è ambientato in una casa in cui, al suono dell’allarme, il nipote del proprietario, un vecchio vicino pazzo e il portiere dello stabile si ritrovano incastrati in un vortice di malintesi e violenza.
Per la sezione corti internazionali vince il francese Belle à Croquer di Axel Courtière. Oscar Mangoût è uno chef cannibale infuocato d’amore per la sua bella vicina di casa, la vegetariana estrema Miss Carrot. Ma questa passione sembra destinata a fallire: lei è vegetariana, mentre lui soffre di una fobia totale nei confronti dei vegetali. Le cose prendono una svolta drammatica quando lei lo invita a cena.
Per la sezione dei cortometraggi realizzati dagli studenti vince il cortometraggio inglese Life Ink di YenJu Wu si è distinto per essere un film fresco e armonioso con una storia originale. La macchina da presa insieme alla bellezza della messa in scena hanno ritratto quello che un film, come espressione artistica, può realizzare al meglio, ovvero mostrare al mondo che l’arte supera i limiti della realtà.
Infine per la sezione corti di animazione vince Late Season dell’austriaca Daniela Leitner. Al centro del corto un’anziana coppia sembra aver perso l’intimo affetto l’uno per l’altra. Un giorno però, mentre i due dormono in Spiaggia avviene qualcosa di inaspettato che riaccenderà una cascata di emozioni romantiche credute perse da tempo.
Per la sezione sceneggiature di lungometraggio vince Like A Vergin di Mirta Morrone, per la sezione cortometraggio Sansone scritto da Chiara Centioni e Lady Bite per la sezione Soggetti Cinematografici, scritto da Carlo Fiorini.

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